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Autore LE CONSEGUENZE DELL'AMORE
ines49

Reg.: 15 Mag 2004
Messaggi: 376
Da: PADOVA (PD)
Inviato: 28-09-2004 23:43  
Stasera ho scelto di vedere al cinema questo film di cui non ho voluto leggere niente prima di vederlo anche se sapevo che era stato presentato quest’ anno a Cannes. Devo dire ancora una volta, come mi sta succedendo da un po’ di tempo, che mi sono riconciliata con il cinema italiano.
Non conoscevo il regista Paolo Sorrentino e sono rimasta piacevolmente sorpresa del suo film.
Ho trovato originale la storia, mi è piaciuto come è stata raccontata, la geniale bravura dell'attore Toni Servillo sia nel raccontarsi come voce narrante che nelle battute ironiche, l’ironia e l’umanita della storia, la bellezza dei paesaggi , la fotografia della Svizzera così fredda e asettica e la musica. Bello ed originale anche il finale: insomma spero di trovare altre persone che hanno avuto le mie stesse sensazioni ed anche ovviamente gli usuali commenti tecnici.

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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 28-09-2004 23:56  
Decisamente un gran bel film, e Venezia non lo ha saputo... Ottimi soggetto, sceneggiatura, dialoghi, musiche. Cinefilo ma senza abusare, il lungo piano sequenza in soggettiva, mentre il protagonista viene condotto al cospetto del capo mafia, ricorda "molti momenti filmici" ... (e mica lo può fare solo Tarantino). "Minimi", ma molto efficaci, mi sono sembrati alcuni giochi e "divagazioni" della m.d.p., anche un po' stralunati e surrealistici. Eccellente il montaggio. L'"ascetico" protagonista, Toni Servillo, si muove nella sua "prigione" con grande disinvoltura e bravura, indossando una maschera tragica ed insieme sottilmente ora ironica, ora sarcastica, di rara efficacia. Indimenticabile. Stilisticamente assai diverso, certi toni, atmosfere ed intensità narrative ed espressive, mi ricordano un po' il cine di Matteo Garrone. Vai!, che il cinema italiano sta finalmente ridiventando "cattivo" e visionario.

Ma siamo sicuri che è un film italiano?
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"Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" - L. Buñuel

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Pythoniana

Reg.: 06 Lug 2004
Messaggi: 1257
Da: Gorizia (GO)
Inviato: 29-09-2004 15:29  
*** OCCHIO AGLI SPOILERZ ***

Titta Di Girolamo è il grigiore fatto persona. Uomo di poche parole ed ancor meno sentimenti, giunto ormai alla mezza età, è assolutamente metodico nella sua monotona quotidianità svizzera. La famiglia rimasta in Italia è ormai poco più di un ricordo sfocato, e gli ex-proprietari dell’albergo in cui da otto anni vive quasi come un recluso rappresentano la sua unica concessione alla vita sociale. Ma Titta nasconde un segreto: dietro la facciata dell’intermediatore si nasconde infatti il dramma di un uomo ricattato dalla mafia, che si serve di lui per le proprie operazioni finanziarie. Ed un giorno il meticoloso ordine che l’uomo ha costruito intorno alla sua esistenza viene sconvolto dall’irruzione nel suo mondo ad opera di Sofia, giovane ed attraente cameriera dell’albergo. Titta, pur rendendosi conto del pericolo, decide di mettere in gioco tutto ciò che ha, fino alle estreme conseguenze.

Buona prova seconda di Paolo Sorrentino, dopo il notevole esordio messo a segno con “L’uomo in più”. Qui, più che nell’opera prima, il regista dispiega tutto il suo estro, costruendo per due terzi un film molto coinvolgente pur nel rispetto del ritmo, spesso rallentato, dettato dal carattere del protagonista. Sorrentino dimostra di conoscere bene il mestiere: la pellicola vive su un’alternanza di momenti di suspense e di azioni, talora frenetiche, distillate sapientemente lungo i 100’ della pellicola e mai gratuite. Scenografia, fotografia e montaggio concorrono a proporre l’albergo come un microcosmo a sé in cui si muove Titta: il nido rappresentato dalla stanza, la zona-bar come luogo dell’insofferenza e del contrasto, i corridoi come concretizzazione dell’ignoto (la donna che effettua le consegne al protagonista) e della suspense (le scene in flash-back in cui Titta si muove per recuperare la valigia con il denaro, rubatagli da due mafiosi). Impossibile, qui più che altrove, dare un giudizio del film prescindendo dalla performance del protagonista: Servillo, eccezionale attore-feticcio di Sorrentino, riempie lo schermo con un personaggio apparentemente banale ma in realtà inquietante, come può esserlo una vittima trovatasi a dover giocare lo stesso gioco dei suoi carnefici. Titta va letto forse, più che sulla base delle sue azioni, su quella delle sue percezioni sensoriali: non avendo più una vita propria, si è ridotto a spiare quella altrui, e la sua impossibilità di uscire da un sistema che valuta tutto con l’unico parametro del denaro (e non a caso il primo approccio con Sofia consiste nel regalarle un’automobile di lusso) appare chiara nelle scene ambientate nella banca e dominate dal fruscio delle banconote contate dagli impiegati. Positiva anche la prestazione della Magnani, per quanto qua e là non ne abbia apprezzato l’impostazione della voce e per quanto il suo personaggio sia troppo sacrificato dalle esigenze della sceneggiatura: in scena fintanto che la sua presenza è funzionale allo sviluppo del carattere principale, subito dopo aver esaurito questa sua funzione viene messa in disparte, con un escamotage peraltro un po’ raffazzonato. Ed arrivo così a quella che per me è stata la nota dolente del film, cioè il finale. Quanto nella parte “svizzera” la pellicola era stata, come detto, coinvolgente e personale, tanto scade nell’ultima parte, un po’ per le concessioni dovute ai cliché dei mafia-movies, un po’ perché stretta tra le maglie di un intreccio votato all’ineluttabilità del dramma conclusivo. E se il riscatto morale di Titta è a quel punto logica e necessaria, mi è comunque rimasta una certa perplessità per una storia che nel finale avrebbe potuto svilupparsi lungo strade più coraggiose o, al contrario, più coerenti con quanto narrato prima (si veda la fine che fa la valigia con i soldi).
Detto comunque che credo sia più facile condividiate gli elogi per la prima parte che le critiche alla seconda, rimane un film da vedere senza pentimenti.
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"Riempi il tuo cranio di vino prima che si riempia di terra, disse Kayam." Nazim Hikmet

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ines49

Reg.: 15 Mag 2004
Messaggi: 376
Da: PADOVA (PD)
Inviato: 29-09-2004 21:25  
Trovo invece che il finale sia perfetto, solo con il riscatto morale del protagonista che si "libera" finalmente di una vita solitaria e abitudinaria e certamente non proprio onesta, e che va incontro volutamente al suo tragico destino trova ragione il titolo del film.
Per curiosità, quale finale avreti trovato tu?

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83Alo83

Reg.: 26 Mag 2002
Messaggi: 16507
Da: Palermo (PA)
Inviato: 29-09-2004 21:50  
quote:
In data 2004-09-28 23:56, AlZayd scrive:
"Minimi", ma molto efficaci, mi sono sembrati alcuni giochi e "divagazioni" della m.d.p., anche un po' stralunati e surrealistici.


molta cura nei confronti del dettaglio e del particolare(ad esempio: il protagonista percorre il corridoio dell'hotel, esce dall'inquadratura e la ripresa si sofferma sulla lampada a muro, poi sulla lampadina, per diversi secondi).
anche a me ha ricordato Garrone.
oltretutto il film è musicato ottimamente.
se devo dire la verità è la sceneggiatura che non mia ha entusiasmato più di tanto, ma non si può negare che la regia originale mi abbia lasciato insoddisfatto. anche i tempi, estremamente "dilazionati", e le inquadrature statiche negli spazi chiusi dell'albergo,rinforzano la sensazione apatica di lentezza,il lento scorrere del tempo, che rimanda appunto alla vita "in attesa" del protagonista, costretto dal suo debito ad una solitudine coatta.
in contrapposizione rispetto al dinamismo delle riprese nei luoghi aperti.

mi piacerebbe vedere qualcos'altro di sorrentino( chi di voi ha visto "L'uomo in più"?)
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Mi contraddico, forse?
Ebbene mi contraddico, ma sono vasto, contengo moltitudini.

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freddy666

Reg.: 11 Set 2004
Messaggi: 215
Da: capannori (LU)
Inviato: 29-09-2004 21:59  
L'amore cos'è l'amore??? chi può saperlo... io di certo non lo so!!!! Ma chi lo sa.... forse tu, oppure tu... o tu?? L'amore è per chi credere di essere amato... no! scusate....com'...non mi ricordo... ...oddio sto facendo la figura dello scemo!!!! Comunque l'amore è il sentimento più forte e antico del mondo, ci circonda in tutto il suo splendore... ma ricordatevi, tutto ciò che ha un'inizio ad anche una fine!!!!
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1 , 2 , 3 FREDDY VIENE PER TE!

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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 29-09-2004 22:22  
[quote]In data 2004-09-29 21:50, 83Alo83 scrive:
quote:
In data 2004-09-28 23:56, AlZayd scrive:
"Minimi", ma molto efficaci, mi sono sembrati alcuni giochi e "divagazioni" della m.d.p., anche un po' stralunati e surrealistici.


molta cura nei confronti del dettaglio e del particolare(ad esempio: il protagonista percorre il corridoio dell'hotel, esce dall'inquadratura e la ripresa si sofferma sulla lampada a muro, poi sulla lampadina, per diversi secondi).

***VERO, AVEVO PIACEVOLMENTE NOTATO ANCHE IO QUESTA "DIVAGAZIONE" APPARENTEMENTE INSIGNIFICANTE. BUNUELIANA? La breve sequenza che mostra un nano "mafioso" in una stanza tappezza di rosso, mi ha fatto venire immediatamente in mente Lynch ...

anche a me ha ricordato Garrone.
oltretutto il film è musicato ottimamente.

*** ALLA GRANDE!

se devo dire la verità è la sceneggiatura che non mia ha entusiasmato più di tanto, ma non si può negare che la regia originale mi abbia lasciato insoddisfatto. anche i tempi, estremamente "dilazionati", e le inquadrature statiche negli spazi chiusi dell'albergo,rinforzano la sensazione apatica di lentezza,il lento scorrere del tempo, che rimanda appunto alla vita "in attesa" del protagonista, costretto dal suo debito ad una solitudine coatta.
in contrapposizione rispetto al dinamismo delle riprese nei luoghi aperti.

*** CONCORDO, ANCHE SE LA SCENEGGIATURA REGGE DALL'INIZIO ALLA FINE - PER RIPONDERE ANCHE ALL'ALTRO UTENTE CHE HA SCRITTO UNA BELLISSIMA RECENSIONE - E NON MI SEMBRA DI REGISTRARE SCOLLAMENTI TRA LA PRIMA E LA SECONDA PARTE. L'ASPETTO MAFIA POI VIENE RAPPRESENTATO IN MANIERA MI SEMBRA DEL TUTTO INEDITA ED ORIGINALE, SOPRATTUTTO SE CONFRONTATA CON LO STANDARD ULTRA INFLAZIONATO E STEREOTIPATO DEL CINEMA "MAFIOSO" ITALIANO.

mi piacerebbe vedere qualcos'altro di sorrentino( chi di voi ha visto "L'uomo in più"?)

*** INCURIOSICE ANCHE ME
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Pythoniana

Reg.: 06 Lug 2004
Messaggi: 1257
Da: Gorizia (GO)
Inviato: 30-09-2004 11:44  
Mah, ripeto, io vedo una netta distanza tra la 1a e la 2a parte: + personale la 1a, + scontata la 2a... Quanto al finale, dovrei pensarci: chessò, non mi sarebbe dispiaciuta una sua fuga con conseguente riparo all'estero, magari in un altro albergo a riprendere, ovviamente x altri motivi, la vita anonima di prima. La prosecuzione della sua condanna alla solitudine, insomma...
E già che ci sono, visto che l'avevo dimenticato prima, cito l'interpretazione di Pisu (Carlo), che mi ha sorpreso positivamente; prima lo conoscevo solo come ex-conduttore di "Striscia", e nel film è stata personalmente una bella scoperta.
Quanto a "L'uomo in più", premettendo che non ne ho un ricordo freschissimo, l'ho preferito, rispetto a "Le conseguenze dell'amore". Bella l'idea di partenza, con la descrizione del dramma parallelo dei due omonimi, ed anche lo sviluppo della sceneggiatura. Ed oltre a Servillo ho apprezzato anche l'interpretazione di Renzi.
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fuzzi5

Reg.: 30 Set 2004
Messaggi: 314
Da: Recco (GE)
Inviato: 30-09-2004 15:04  
ho letto un po' velocemente le varie considerazioni. certo può ricordare garrone e il fatto che abbiamo due registi del genere non può che essere un fatto positivo: finalmente qualcosa di diverso dal SOLITO cinema italiano. sono molto d'accordo con chi dice "ma siamo sicuri che sia un film italiano?". in effetti è qualcosa di diverso: cura dell'immagine e non solo quella antipatica necessità di una storia.
"l'uomo in più" mi era piaciuto ancora di più (scusate il gioco di parole), servillo è davvero un grande.

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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 30-09-2004 17:18  
quote:
In data 2004-09-30 11:44, Pythoniana scrive:
Mah, ripeto, io vedo una netta distanza tra la 1a e la 2a parte: + personale la 1a, + scontata la 2a... Quanto al finale, dovrei pensarci: chessò, non mi sarebbe dispiaciuta una sua fuga con conseguente riparo all'estero, magari in un altro albergo a riprendere, ovviamente x altri motivi, la vita anonima di prima. La prosecuzione della sua condanna alla solitudine, insomma...




Per una vità al "limite", fortemente segnata dalla perdita del se, quasi senza speranza, mi sembra plausibile che il "riscatto" abbia il volto dall'amore e/o della morte. Nel film - non a caso il titolo, per l'appunto - torna l'eterna questione: vita-morte, amor_eros-tanathos.

Mi piacerebbe vedere L’uomo in più, sapete se esiste in vhs o dvd?


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"Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" - L. Buñuel

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fuzzi5

Reg.: 30 Set 2004
Messaggi: 314
Da: Recco (GE)
Inviato: 30-09-2004 21:49  
quote:
In data 2004-09-30 17:18, AlZayd scrive:
quote:
In data 2004-09-30 11:44, Pythoniana scrive:
Mah, ripeto, io vedo una netta distanza tra la 1a e la 2a parte: + personale la 1a, + scontata la 2a... Quanto al finale, dovrei pensarci: chessò, non mi sarebbe dispiaciuta una sua fuga con conseguente riparo all'estero, magari in un altro albergo a riprendere, ovviamente x altri motivi, la vita anonima di prima. La prosecuzione della sua condanna alla solitudine, insomma...




Per una vità al "limite", fortemente segnata dalla perdita del se, quasi senza speranza, mi sembra plausibile che il "riscatto" abbia il volto dall'amore e/o della morte. Nel film - non a caso il titolo, per l'appunto - torna l'eterna questione: vita-morte, amor_eros-tanathos.

Mi piacerebbe vedere L’uomo in più, sapete se esiste in vhs o dvd?




l'uomo in più che io sappia è sicuramente disponibile in vhs. tra l'altro l'han dato in prima tv qualche settimana fa (quando c'era il festival di venezia) su canale5 verso le 2 di notte...
spero tu riesca a trovarlo perchè è davvero splendido. ciao
_________________
non accettate le provocazioni dei perbenismi

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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 30-09-2004 22:36  
Grazie! Ciao.
_________________
"Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" - L. Buñuel

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Leonardo

Reg.: 26 Mar 2002
Messaggi: 2398
Da: Capri (NA)
Inviato: 06-10-2004 10:39  
Repentino cambio di rotta e di stile, rispetto al suo trionfale film d'esordio "L'uomo in più" per questo giovane regista napoletano (Paolo Sorentino).
Ecco che improvvisamente il cinema italiano dimostra di potere ancora avere picchi di originalità, fantasia audacia.
Un film algido e stilisticamente perfetto (da far quasi pensare a un esercizio di stile che...forse un po' un po'...)
Un attore, Toni Servillo, che da grande del teatro si dimostra anche un grande del cinema (anche per lui cambio shok dall'interpretazione dell'"Uomo in più"
Un piacere per chi ama il cinema.
Il film narra la ossessivamente monotona storia di un ragioniere costretto a vivere in un albergo in svizzera perchè anni fa ha toppato con cosa nostra ma è stato...graziato.
Nella sua routine Titta (ebbene si è questo il nome dell'uomo...la sua unica cosa ridicola) un giorno si viene a scontrare con una fugace quanto spiazzante visita del fratello che, corteggiando la cameriera del bar che frequenta Titta gli fa improvvisamente prendere coscienza di un sentimento troppo a lungo epresso verso la donna.
Nota da ricordare: Non trascurare le conseguenze dell'amore!
scriverà su un biglietto Titta. Ma questo amore lo travolge d'improvviso e le conseguenze saranno.....

Sorrentino lavora di fino con le inquadrature e una fotografia e una colonna sonora molto d'atmosfera aiutano a calarci in una dimensione surreale e paradossale che ci trascina avvincendoci nonostante la apparente immobilità e lentezza del film.
Un film non facile di primo impatto ma che invece poi ti resta dentro (al contrario di un "Le chiavi di casa" di facile impatto al momento ma poi piuttosto scontato e vacuo nella memoria)
Ancora un applauso al sobrio Servillo che ci regala forse il più bel pesonaggio italiano di quest'anno.
Per ora, sicura nomination agli IOMA
Da segnalare il primo ruolo cinematografico di Olivia Magnani (nipote della immensa Anna) affascinante di certo e anche molto espressiva, ma di sicuro ancora acerba.

nota: tutti i giurati IOMA devono guardare questo film!!!

[ Questo messaggio è stato modificato da: Leonardo il 06-10-2004 alle 10:42 ]

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gbgbgb

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 1888
Da: na (NA)
Inviato: 07-10-2004 00:08  
ottimo film!
grande Servillo!

_________________
Amo Shakespeare,Marilyn,B.Wilder,laLoren,DeSica e MichellePfeiffer...

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Cronenberg

Reg.: 02 Dic 2003
Messaggi: 2781
Da: GENOVA (GE)
Inviato: 13-10-2004 18:00  
L’umanità è composta da uomini che lottano dalla mattina alla sera per propria dignità, risultando credibili agli occhi altrui, occhi inquisitori che minacciano il nostro status di esseri umani, elemento fragile ed emotivo, sottomesso al luogo in cui è inserito, non luogo in cui si muove. Titta Di Girolamo, protagonista del secondo film di Sorrentino, è infatti un classico esempio di naufrago della vita, sperduto nella sua sola apparente sicurezza, vittima di un non luogo che lo porta all’ozio programmatico, coordinato dal ferreo movimento del braccio destro che va sistematicamente ad accendere la sigaretta, sola, fra le labbra. E i maglioni a collo alto, gli occhiali compitamente proporzionati, le giacche e i pantaloni ricercati, lo fanno apparire l’uomo fermo alla sua vita, alle sue scelte e al suo futuro, colui che dal passato ha ricevuto poco insegnamento, ma quel tanto che gli è bastato a capire come la vita ponderante non si rapporti a quella statica in albergo od in Mercedes, per i piccoli spostamenti. E Titta si sposta, quando alla porta una donna tutta d’un pezzo gli porta regolarmente una valigia piena di soldi, sempre la stessa cifra, che il quarantanovenne Di Girolamo trasporta ad una banca, che ancor più metodicamente fa contare tutti i soldi a cinque impiegati, sempre gli stessi, per volere maniacale del protagonista. E tornato nella stanza d’albergo dopo il lavoro, torna a non pensare a nulla, fermo su di una sedia, smascherando vecchi giocatori d’azzardo recidivi all’asso nella manica, e posizionandosi in mezzo, tra i tossicodipendenti e non, iniettandosi eroina ogni mercoledì, stessa ora. E l’uomo così formatosi, dal nulla di un esistenza precaria, e dall’organizzazione di un abile contabile, nasconde dentro e fuori a sé il segreto celato di un occupazione inconcussa, criminale, di un esistenza ormai finita nel voler tornare indietro, sui propri passi, anche se essi sono stati ormai segnati, per sempre, dal cemento.
È un film di fissazioni quello di Sorrentino, fa avanzare gli oggetti e i movimenti fino all’obbiettivo, fa zoomare fino agli occhi, fino all’anima dei personaggi, dei quali sappiamo tutto e niente, mai qualificatisi, solo nel terzo millennio li riconosciamo, come gli incorruttibili esseri umani con il compito di vivere, per trasportare una valigia o per conseguire una patente di guida. Li riconosciamo grazie ai ricordi, come quello di Titta, che rimpiange l’amicizia del suo più caro amico, Dino Giuffrè, il quale si vede all’ultimo mentre ripara i cavi di un traliccio in alta quota, rimpiange un po’ tutto prima della presa coscienza di far parte di una malavita generale, sia sua che dei compagni mafiosi. Spicchi di splendida musica ambient elettronica, e fotogrammi scentrati su visi di persone ormai alle strette, che conosciamo, o che forse, come ci capita per il tattico profilo distinto del nuovo Titta Di Girolamo, pensiamo di conoscere.
Unico film italiano in concorso al Festival di Cannes 2004, interpretato magistralmente da una manieristico Toni Servillo, “Le conseguenze dell’amore” vuole riaffermare o dare inizio ad una sensazione retrò di cinema amaro e postmoderno, lo fa grazie ad una perfezione di metodo e stile, probabilmente oggi senza eguale.

_________________
La ragione è la sola cosa che ci fa uomini e ci distingue dalle bestie

René Descartes

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